Il futuro dello shopping post-Covid: arriva l’acquisto “su misura”
Internet è sempre più un luogo di stimoli e immaginazione, che serve allo shopping basato sugli interessi, così come allo shopping basato sulle intenzioni. Nell’oceano di offerta gli acquirenti apprezzano sempre di più la possibilità di scoprire articoli di cui non erano attivamente alla ricerca, così dichiara infatti il 65% degli acquirenti intervistati. Il sistema di Discovery Commerce di Facebook, grazie all’automazione e all’intelligenza artificiale, anticipa le esigenze dei clienti e abbina i prodotti alle persone che potrebbero trovarli interessanti.
Il futuro dello shopping è adesso. E non si tratta di e-commerce, di acquisti a distanza, di negozi digitali. O meglio, non solo. I meccanismi innescati dalla pandemia hanno stravolto la dimensione del commercio, trasformandolo in una esperienza lontana anni luce rispetto a quella a cui eravamo abituati in era pre-Covid. Gli acquisti online hanno avuto un incremento esponenziale, ma anche i negozi fisici hanno subito una profonda trasformazione dovuta proprio al virus. I clienti hanno modificato approcci, aspettative, richieste. E gli addetti ai lavori devono adeguarsi in fretta.
Ecco dunque che, per adattare il business ai nuovi tempi, diventa di fondamentale importanza cogliere i segnali che arrivano dagli acquirenti “new style” e interpretare i loro desideri. Nei nuovi processi d’acquisto il prezzo migliore continua a essere dirimente nella scelta (lo pensano il 73% dei consumatori), ma accanto a fattori altrettanto importanti, tra cui spicca quella che è la novità assoluta: la sicurezza, diventata fondamentale per il 67% dei clienti. Entrano in gioco poi la possibilità di scelta (ricercata dal 60%), la qualità della normativa sui resi (71%), l’affidabilità (69%) e l’assistenza ai clienti (66%). Inoltre, un utente su due ritiene importante acquistare prodotti da un brand che condivide i suoi valori: ambiente, equità sociale, solidarietà.
Da una simile evoluzione del mercato gli operatori devono imparare alcune lezioni fondamentali, prima fra tutte quella di adattare piattaforme e canali di acquisto alle nuove aspettative: non più acquisto programmato ma esperienza emozionale e scelta spontanea, non più (o non solo) acquisto utile ma in sintonia con la propria personalità. Mostrare il messaggio giusto al pubblico giusto al momento giusto diventa fondamentale per catturare nuovi clienti, o conservare quelli già esistenti: ecco perché le promozioni frequenti, la facilità nel pubblicare inserzioni e l’interazione con i consumatori, via social, diventano fondamentali per vendere e farsi conoscere.
In questo nuovo mercato, in particolare, la comunicazione è una parola-chiave: deve essere declinata spiegando come prodotti, processi di confezionamento, forniture, distribuzione aiutino l’ambiente, i lavoratori, la società. Sempre nell’ottica che i valori contano.
E’ in questo passaggio evolutivo che entrano in gioco i cinque cambiamenti globali che, nel post-pandemia, tracciano l’identikit del negozio ideale del futuro, in un ambiente completamente rinnovato che ha mixato shopping online, spesa al supermercato e messaggistica istantanea tra cliente e brand. “Proprio per aiutare le aziende a colmare le incertezze di oggi con le possibilità di domani abbiamo elaborato i dati delle indagini – spiega Mariano Di Benedetto, Agency Lead per Facebook Italia -, identificando cinque macro cambiamenti globali che, già da ora, stanno dando forma al futuro”. Eccoli.
Negli Usa, il 71% della popolazione cerca uno shopping sicuro e quello online lo è infinitamente di più rispetto a quello fisico. La tendenza a fare e-commerce quindi non smetterà dopo il Covid: il 40% intende continuare a fare acquisti online anche dopo la pandemia.
La convivenza con il virus ha generato un forte stress e, di conseguenza, una grande ricerca di tranquillità e relax nella speranza di ritrovare il benessere mentale: dal giardinaggio alla cucina, dalla meditazione allo yoga. Si è riscontrata infatti una forte crescita di download di app legate a tali attività.
Le restrizioni e l’isolamento hanno fatto nascere un nuovo senso di comunità. Su Facebook, tra febbraio e maggio 2020, le ricerche di business locali sono aumentate del 23% e sono aumentati anche i gruppi di comunità locali. Contemporaneamente, con un virus che ha invaso il mondo intero, tutti si sono resi conto di essere parte della comunità mondiale e questo ha creato un forte senso di solidarietà globale, con oltre 100 milioni di dollari raccolti per la lotta al Covid da gennaio 2020 via Facebook e Instagram.
Gli Under 25 (la Gen Z), il 41% della popolazione mondiale, sono i più trasformati dalla pandemia, che ha rafforzato i loro valori. E sono quelli più attenti a ridurre il loro impatto ambientale. Anche in Europa il 54% della popolazione, in seguito al coronavirus, ha cominciato a interessarsi molto di più ad attivismo e cause sociali.
Il virus ci ha fatto infine sentire l’importanza della vicinanza. E la tecnologia ha moltiplicato gruppi di supporto, videoconferenze, messaggistica istantanea. La metà degli intervistati dice che lo scambio di messaggi con un’azienda li fa sentire più vicini ad essa. Si cerca la comunicazione con la famiglia e gli amici, ma anche con i brand. Che devono adattarsi, imparando questi nuovi linguaggi e percorrendoli per avvicinare sempre di più i loro clienti.